Le Antiche Mura è un’Azienda di Empoli che si occupa di produzione cosmetica conto terzi e realizza prodotti sia naturali sia tradizionali destinati a tutti i canali distributivi del settore cosmetico. È un'impresa in massima parte al femminile con 18 dipendenti, di cui 12 donne, 6 delle quali in ruoli di responsabilità. Ascoltiamo dalle parole di Stefania Caparrini, CEO di Le Antiche Mura quale significato e quali prospettive ha avuto e può avere il periodo di emergenza Covid 19 sul business.
L’emergenza sanitaria che ci siamo trovati ad affrontare ci ha colti tutti di sorpresa e impreparati. Già a partire da fine febbraio abbiamo visto crescere in modo esponenziale il costo degli igienizzanti, sul web 80 ml di prodotto avevano raggiunto l’incredibile costo di quasi 200 euro.
Nelle farmacie e in tutti gli altri punti vendita della nostra città, i prodotti igienizzanti erano introvabili e questo aveva generato un accrescimento del generale stato di ansia e agitazione in cui le persone si erano ritrovate dalla sera alla mattina. Riuscire a trovare il prodotto che tutti consigliavano di usare, portava tranquillità.
L’emergenza sanitaria è stata un richiamo alla responsabilità sociale di tutti noi. Una vera e propria sfida che anche noi ci siamo sentiti in dovere di affrontare insieme al nostro territorio dando un supporto alla collettività, nell'unico modo in cui potevamo essere utili: studiando una soluzione idro-alcolica igienizzante.
Emergenza troppo spesso fa rima con speculazione; non è possibile speculare sul dolore e sulla fragilità delle persone. Non potevamo restare a guardare, dovevamo dare il nostro contributo a chi era in prima linea per contrastare questa pandemia. I pochi prodotti igienizzanti rimasti sul mercato avevano raggiunto prezzi incredibili e del tutto ingiustificati: questa è stata la molla che ci ha fatto cambiare rotta. Grazie al lavoro di squadra, alla disponibilità delle persone e soprattutto grazie alla grande voglia di dare il nostro contributo siamo riusciti a bloccare tutte le produzioni in atto, posticipare le consegne dei prodotti già programmate e confermate e riconvertire tutte le nostre linee produttive, in tempi record, per la realizzazione di un solo prodotto, quello necessario a causa del dilagare del contagio: un gel detergente igienizzante, a base alcolica, senza risciacquo.
Ci siamo fatti guidare dal nostro sentire, la nostra priorità era essere presenti e di supporto. L’industria cosmetica da sempre accompagna le persone nella cura di sé, il prodotto cosmetico stesso è sinonimo di benessere, il nostro gel è stato questo: un aiuto concreto al mantenimento del benessere. Sia perché era un prodotto funzionale, ma soprattutto perché trovarlo nei punti vendita, ad un prezzo equo, ha generato subito un senso di serenità e protezione. Abbiamo realizzato moltissimo gel igienizzante. Gel che in parte abbiamo donato e in parte abbiamo venduto sostenendo così anche i nostri clienti e vari punti vendita che, a loro volta, sono riusciti a far fronte alla generale crisi economica che comunque ha investito moltissime realtà, quasi tutte. Anche nella distribuzione del prodotto ci siamo fatti guidare da quel senso di dovere morale, abbiamo rifiutato molte commesse, scegliendo di non acquisire nuovi clienti, perché la linea che abbiamo pensato era rivolta principalmente a coloro che ne avevano necessariamente bisogno: operatori sociosanitari, medici, centri di analisi cliniche, consumatori finali che potevano reperire il prodotto attraverso le farmacie, aziende che continuavano a lavorare per il bene di tutti noi. E poi per i corrieri che non hanno mai smesso di sostenere i cittadini sollevandoli dall’onere di uscire per approvvigionare i beni di prima necessità, i volontari delle associazioni, le case di risposo, le cooperative. Il nostro scopo era quello di riuscire ad arrivare alle fasce più bisognose e questo è quello che abbiamo fatto, a costo di frammentare le consegne per dare un po' di prodotto a tutti.
Una piccola nota sul prodotto: alla formulazione da noi realizzata, rigorosa nei quantitativi di alcool come previsto dal Ministero della Salute, abbiamo aggiunto l'olio essenziale di arancio perché copriva quel forte odore di alcool e faceva in qualche modo respirare un po’ di natura. L’olio essenziale di arancio ha un profumo gradevole e rassicurante, volevamo attraverso questo prodotto far arrivare un messaggio d'attenzione e cura verso chi lo applicava.
Siamo riusciti ad implementare questa specifica produzione in circa 10 giorni. Abbiamo formulato un prodotto funzionale, che rispondesse alle stringenti regole richieste dal settore cosmetico, rigorosi con la normativa ma flessibili per rispondere a tutte le richieste dei clienti che ci contattavano per essere riforniti.
Le maggiori difficoltà le abbiamo riscontrate nell'approvvigionamento delle materie prime: dall’alcool al gelificante, fino al packaging primario, tutto era diventato introvabile. La maggior parte dei nostri fornitori storici non aveva più flaconi perché aveva già rifornito le aziende più grandi. Abbiamo dovuto ricercare nuovi fornitori dedicando a queste attività due persone frammentando così gli ordini e attingendo a tante realtà, diverse tra di loro, pur di reperire quanto ci era necessario. Abbiamo unito le forze e insieme siamo riusciti a dare una certa continuità produttiva.
Anche i clienti a cui abbiamo distribuito il prodotto erano diversi: noi abituati ad operare nel B2B ci siamo trovati a fornire anche i negozi al dettaglio come ad esempio le farmacie. Un altro tipo di clientela sia per volumi sia per tipo di servizio richiesto. Ma dietro a sigle come B2B (Business to Business) o B2C (Business to Consumer) ci sono sempre le persone e su queste ci siamo concentrati, trasformandoci in P2P (People to People).
Nessuno era pronto a questo scenario, sotto ogni aspetto: sanitario, emotivo, commerciale. L’emergenza ci ha fatto ritrovare un’energia e una coesione senza precedenti. Le parole d’ordine sono state coinvolgimento e condivisione, anche se le vere parole sono stati i gesti. La nostra storia parla di valori, abbiamo affrontato giornate intense, che ci hanno messo alla prova, perché un generale sentimento di incertezza e paura aveva investito tutti.
Dietro le quinte dell’emergenza, il gruppo si univa sempre di più: ogni volta che un DPCM veniva emanato noi ci assicuravamo di poter continuare ad operare perché sapevamo che tante persone avevano bisogno.
Lo spirito di collaborazione e sostegno reciproco non è mai mancato e io mi sento di dire grazie a tutti perché hanno lavorato con passione e determinazione facendo vincere l’amore sulla paura.
Spesso i cambiamenti significativi della nostra vita derivano da eventi che ci toccano nel profondo. Di sicuro ci porteremo nel futuro lavorativo questa rinnovata flessibilità, il lavoro di squadra, l’importanza di condividere e di coinvolgere. Ci porteremo così tanti insegnamenti che, se sapremo farne tesoro, potrebbe cambiare per tutti il modo di fare business.
Ci porteremo la consapevolezza che ognuno di noi è prezioso e che ad ognuno di noi è data l’opportunità di fare la differenza sempre. Ogni goccia contribuisce alla grandezza dell’oceano.
Il titolo di questo progetto mette in luce quello che è forse la chiave di lettura dei business dei prossimi anni: RIAgire e non reagire. Per anni alle Aziende è stato detto che dovevano essere in grado di reagire ai cambiamenti del mercato, talvolta dirompenti e imprevedibili, attraverso una flessibilità produttiva, commerciale, logistica. Oggi si apre uno scenario ancora più profondo: non dobbiamo solamente reagire ma anche RIAgire. Ripensare alle organizzazioni interne delle nostre aziende, ripensare a come generiamo e trasferiamo il valore, ai valori che guidano il nostro operato, alle nostre mission più profonde.
I sogni imprenditoriali che ci hanno spinti ad aprire le nostre realtà, sfidando un mondo in continua evoluzione e sacrificando tanti aspetti della nostra vita, devono riemergere e diventare faro. Una luce che guida il nostro operato, i nostri passi. Un sentimento condiviso con i nostri collaboratori che ogni giorno impiegano tutte le loro risorse per aiutarci a rendere vivo e concreto questo sogno. Dobbiamo rimettere le persone al centro dei nostri mondi, dei nostri business perché non esiste più B2B, non esiste B2C, esistono le persone ed è proprio da loro che dobbiamo ripartire. Questa emergenza sanitaria, a caro prezzo ce l’ha dimostrato: essere lontani dalle persone che amiamo, non poterle toccare, abbracciare, non poter stare con le persone ci ha ricordato quanto siano importanti per noi. Fondamentali.
Ecco, se l’asset strategico sono le persone allora devono tornare ad essere il centro del modello di business per tutti. Dobbiamo ripensare al ruolo sociale dell’impresa e coniugare il benessere personale, sociale ed economico, rivalutando tutti gli aspetti su cui un'azienda può influire: territorio, ambiente, filiera produttiva, fornitori. Con questo approccio tutte le scelte saranno diverse.
Dopo la prima fase di lockdown, il lavoro di Le Antiche Mura insieme ad altri imprenditori è continuato anche in fase 2 grazie alla distribuzione di kit igienizzanti ai negozianti della città di Empoli. Un gesto di solidarietà e di fiducia nella ripresa in sicurezza delle attività commerciali realizzata con tono leggero delegando la distribuzione dei kit a un team di supereroi perché “I veri supereroi al giorno d’oggi sono quelli che come super potere hanno il coraggio di non mollare”.